Via libera alle politiche d’asilo per gli immigrati

16 Luglio 2021 | Informazioni

Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva due fondi diretti a sostenere le politiche di asilo e di frontiera nell’ambito del Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027. Tra questi strumenti il più importante è il Fondo asilo, migrazione e integrazione (FAMI) che potrà contare su 9,882 miliardi di euro a prezzi correnti.

Dopo l’ok del Parlamento, l’Unione europea amplia la portata dei suoi finanziamenti per le misure nei settori dell’asilo e della migrazione, della gestione integrata delle frontiere e della sicurezza interna, in modo da affrontare le sfide crescenti in questi comparti.

Con questo passaggio formale si gettano le basi per l’operatività del nuovo Fondo asilo, migrazione ed integrazione – FAMI (Asylum, Migration and Integration Fund – AMIF), lo strumento istituito per promuovere un’efficiente gestione dei flussi migratori e per promuovere l’attuazione, il rafforzamento e lo sviluppo di un approccio unionale unitario in materia.

Riceve il via libera definitivo dal Parlamento anche il Fondo per la gestione integrata delle frontiere che contribuirà a rafforzare il controllo delle frontiere esterne, garantendo al tempo stesso il rispetto dei diritti fondamentali.

I regolamenti che istituiscono i due Fondi entreranno in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e si applicheranno retroattivamente dal 1° gennaio 2021.

FAMI – Fondo Asilo, migrazione e integrazione

Questo fondo, che doterà l’UE degli strumenti necessari per rispondere alle sfide migratorie in evoluzione, sia all’interno dell’UE che in cooperazione con i paesi terzi, contribuisce a rafforzare la politica comune in materia di asilo, a sviluppare la migrazione legale in relazione alle esigenze economiche e sociali degli Stati membri, a promuovere un’efficace integrazione e inclusione sociale dei cittadini di paesi terzi e alla lotta all’immigrazione illegale.

Altri obiettivi includono garantire un rimpatrio e riammissioni sicure e dignitose per coloro che non hanno diritto a rimanere nell’UE e aiutare queste persone a iniziare il reinserimento nei paesi terzi in cui sono state rimpatriate.

Le percentuali minime di intervento del Fondo sono collegate ad alcune di queste finalità, con un minimo del 15% assegnato a ciascuno degli obiettivi in materia di asilo e migrazione legale nei programmi degli Stati membri e il 20% delle risorse assegnato all’obiettivo legato alla solidarietà nello strumento tematico. Il 5% dello strumento tematico sarà destinato alle autorità locali e regionali per assisterle nell’integrazione dei cittadini di paesi terzi.

In particolare, nell’ambito dell’obiettivo legato alla solidarietà, il Fondo aumenterà gli incentivi per i trasferimenti di richiedenti e beneficiari di protezione internazionale tra Stati membri. Proseguiranno, inoltre, gli incentivi per l’ammissione di persone tramite reinsediamento e ammissione umanitaria.

Il FAMI finanzia anche azioni nei paesi terzi o in relazione a essi, riconoscendo al tempo stesso il ruolo di altri fondi dell’UE destinati all’azione esterna.

La maggior parte delle risorse (63,5%) andrà ai programmi gestiti congiuntamente dall’UE e dagli Stati membri, le cui assegnazioni varieranno a seconda, tra l’altro, del numero di cittadini di paesi terzi residenti nello Stato, di domande di asilo ricevute, di decisioni di rimpatrio prese e rimpatri effettivi effettuati.

Il restante 36,5% sarà gestito direttamente dalla Commissione e sarà dedicato in particolare agli aiuti d’urgenza, all’ammissione umanitaria da paesi terzi e al reinsediamento di richiedenti asilo e rifugiati in altri Stati membri dell’Unione, “come parte degli sforzi di solidarietà”.

Fondo per la gestione integrata delle frontiere

Il Fondo per la gestione integrata delle frontiere, per un valore di 6,24 miliardi di euro, contribuirà a rafforzare la gestione delle frontiere esterne, garantendo al tempo stesso il rispetto dei diritti fondamentali.

Lo strumento sosterrà la modernizzazione della politica comune in materia di visti, lo sviluppo e l’interoperabilità dei sistemi informatici su larga scala (compreso il sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi e il sistema di entrata e uscita), nonché le misure di protezione per le persone vulnerabili che giungono in Europa, in particolare i bambini non accompagnati.

Nell’ambito del nuovo strumento, almeno il 10% dei programmi degli Stati membri sarà assegnato alla politica in materia di visti, mentre la percentuale massima per il sostegno operativo nei programmi è stata portata al 33% del finanziamento. Sono stati aumentati i tassi di cofinanziamento per le azioni prioritarie, ad esempio le misure volte a migliorare l’interoperabilità dei sistemi informatici.

Le nuove disposizioni, inoltre, migliorano la semplificazione, la flessibilità, l’efficacia in termini di costi e la cooperazione e il coordinamento tra le autorità nazionali. Le risorse acquistate con un contributo finanziario a titolo di questo strumento saranno utilizzate anche in altri settori, tra cui le dogane e le operazioni marittime, o per conseguire gli obiettivi degli altri due fondi per gli affari interni.

Fondo sicurezza interna

Lo scorso 15 giugno, il Consiglio europeo ha adottato, oltre i due strumenti di sostegno ora approvati dal PE, anche il testo relativo al Fondo Sicurezza Interna. Quest’ultimo si basa sul Fondo già esistente e lo adegua ai nuovi sviluppi, come la necessità di intensificare la lotta al terrorismo e alla radicalizzazione, alla criminalità organizzata e alle forme gravi di criminalità nonché alla criminalità informatica.

Lo strumento sosterrà misure volte a migliorare lo scambio di informazioni, a intensificare la cooperazione transfrontaliera, comprese le operazioni congiunte in relazione al terrorismo e alla criminalità organizzata, e a rafforzare le capacità di prevenire e combattere la criminalità.

I finanziamenti per l’acquisto di attrezzature sono stati aumentati fino a un massimo del 35% nei programmi degli Stati membri, mentre quelli per il sostegno operativo sono stati portati fino a un massimo del 20%.

In via eccezionale, le agenzie decentrate saranno ammissibili al finanziamento quando contribuiscono all’attuazione di azioni dell’UE che rientrano nelle loro competenze e che non sono coperte dal contributo al loro bilancio nel quadro del bilancio annuale dell’Unione.

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