Coronavirus: dal fisco al lavoro, cosa prevede il decreto per imprese e famiglie

16 Marzo 2020 | Informazioni

Accertamenti fiscali, cartelle, versamenti Iva, Irpef e contributivi si fermano. Risorse raddoppiate per gli ammortizzatori sociali e le misure di sostegno al lavoro, come i congedi parentali. Sono alcune delle misure per imprese, lavoratori e famiglie contenute nel decreto Cura Italia da 20 miliardi.

E’ composto da 120 articoli il decreto Cura Italia del 16 marzo 2020 per imprese, lavoratori e famiglie, che sarà licenziato dal Consiglio dei Ministri, riunito a Palazzo Chigi alle 10. Decreto che vale circa 20 miliardi.

Per garantire liquidità a tutti i piccoli e alle filiere maggiormente colpite, il provvedimento prevede la sospensione dei versamenti Iva del 16 marzo, delle ritenute Irpef e dei contributi Inps. Stop anche a accertamenti fiscali e cartelle.

Cosa prevede il decreto Salva-Italia

Partiamo dal lavoro. Nel decreto trova posto anzitutto un grande blocco che riguarda la cassa integrazione: la cassa integrazione in deroga varrà per l’intero territorio nazionale e per tutti i settori (anche l’agricoltura), anche per le aziende da 5 a 50 dipendenti. Il sussidio di disoccupazione sarà allargato per gli stagionali non coperti dalla cig in deroga.

Inoltre i periodi di quarantena con sorveglianza attiva o di permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva saranno equiparati alla malattia, certificata dal medico curante. Saranno a carico dello Stato, anziché a Inps e datori di lavoro, i costi per i lavoratori privati in malattia.

Per quanto riguarda le partite Iva, senza dipendenti o con dipendenti, sarà sospesa la rata di maggio dei contributi previdenziali e sarà prevista l’attivazione delle casse previdenziali di appartenenza per artigiani e altre categorie.

Previsto anche un pacchetto per le famiglie con maglie più larghe per il congedo parentale, e probabilmente anche un indennizzo fisso che permetta alle famiglie di poter proseguire, garantendo loro un reddito.

Non mancherà poi una parte fiscale importante con sospensioni per il pagamento di una serie di tributi e tasse. Anche questa misura dovrebbe riguarda tutta l’Italia.

C’è poi il capitolo dolente delle agevolazioni per professionisti e partite iva, categorie solitamente tagliate fuori dagli ammortizzatori sociali canonici. Per loro sono previste tutta una serie di interventi per garantire liquidità.

Per i lavoratori autonomi – collaboratori coordinati e continuativi, rappresentanti, lavoratori autonomi e professionisti – si prevede un’indennità di 500 euro per un massimo di 3 mesi, parametrata all’effettivo periodo di sospensione dell’attività.

Almeno 1 miliardo dovrebbe essere destinato al potenziamento del Fondo di garanzia per le PMI, e tra 1 e 2 miliardi dovrebbero essere assorbiti dallo stop a futuri e finanziamenti a breve scadenza.

E infine i Comuni. Il decreto dovrebbe contenere misure anche per loro, al fine di evitare il rischio default derivante dalle mancate entrate, che si tradurebbe in minori servizi per le imprese.

CDP: 7 miliardi per garantire liquidità alle aziende

Nel frattempo CDP ha approvato un aumento delle risorse a sostegno delle imprese che salgono da 1 a 7 miliardi di euro. Soldi con cui il Gruppo intende favorire sia l’accesso al credito, sia l’export e l’internazionalizzazione delle aziende italiane, così duramente colpite dall’emergenza Coronavirus.

Sul fronte del credito, CDP ha ampliato il plafond per il finanziamento delle banche da 1 a 3 miliardi di euro, che saranno erogati a tassi calmierati a Pmi e Mid-cap dalle istituzioni finanziarie aderenti alla “Piattaforma Imprese”. Si tratta di risorse già disponibili che permetteranno di sostenere investimenti ed esigenze di capitale circolante delle imprese in questa fase complicata.

Gli altri 4 miliardi serviranno a supportare le attività di export e di internazionalizzazione delle imprese, in prospettiva del Piano per la Promozione del Made in Italy 2020. Fondi con cui si mira a sostenere sia le necessità di capitale circolante, sia a rilanciare le esportazioni e diversificare i mercati di riferimento. Più nello specifico le risorse saranno ripartite in tre linee:

  • Un plafond fino a 1,5 miliardi di euro di garanzieper facilitare l’erogazione di finanziamenti bancari a supporto delle esigenze di capitale circolante per immettere nel sistema, attraverso i partner bancari, nuova liquidità soprattutto per le PMI;
  • Un plafond di 2 miliardi di euro di coperture assicurativeper nuove linee di credito per aiutare le imprese italiane nella penetrazione di nuovi mercati sostenendo l’acquisto di beni e servizi italiani da parte di acquirenti internazionali;
  • Un plafond di 500 milioni di euro per rilanciare l’exportassicurando nuove operazioni di PMI, verso altre aree a elevato potenziale di domanda per i prodotti italiani quali America Latina, Africa e Medio Oriente. Il tutto con condizioni assicurative favorevoli, nel rispetto del quadro normativo internazionale vigente e senza l’applicazione di alcun costo per la valutazione di affidabilità della propria controparte.

Inoltre, in complementarietà con il sistema bancario, SACE concederà una moratoria fino a 12 mesi sui finanziamenti a medio-lungo termine garantiti, in linea con le misure promosse all’Associazione Bancaria Italiana (ABI) o da singole banche. Tale misura sarà estendibile a tutte le imprese del territorio nazionale che siano state danneggiate direttamente o indirettamente dall’emergenza. La società di factoring SACE Fct concederà ai propri clienti una estensione fino a 6 mesi dei termini di dilazione e la società di assicurazione SACE BT concederà ai propri clienti una proroga dei termini previsti per il pagamento del premio fino al 30 aprile e una proroga di 60 giorni per la gestione degli altri adempimenti previsti in polizza.

ABI: estesa la moratoria su prestiti e mutui delle PMI

ABI e le Associazioni di impresa aggiornano e rafforzano le moratorie, estendendo ai prestiti contratti fino al 31 gennaio 2020 la possibilità di chiedere la sospensione o l’allungamento.

La moratoria è riferita ai finanziamenti alle piccole e medie imprese danneggiate dall’emergenza epidemiologica “COVID-19”. La sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei finanziamenti può essere chiesta fino a un anno.

La sospensione è applicabile ai finanziamenti a medio lungo termine (mutui), anche perfezionati tramite il rilascio di cambiali agrarie, e alle operazioni di leasing, immobiliare o mobiliare. In questo ultimo caso, la sospensione riguarda la quota capitale implicita dei canoni di leasing.

Anche il Fondo di garanzia per le PMI estende la garanzia già concessa sui finanziamenti in essere al 31 gennaio 2020 che rientrano nell’applicazione dell’accordo per il credito 2019 sottoscritto il 6 marzo da ABI e dalle Associazioni Imprenditoriali in considerazione dell’emergenza COVID-19.

Misure a sostegno dei professionisti

In attesa del provvedimento che definirà le misure per contrastare gli effetti economici del coronavirus, per i lavoratori autonomi, si parla di una sospensione dei versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e di un’indennità per quelli maggiormente colpiti dalla crisi.

Nel frattempo, l’Ente Bilaterale Nazionale per gli Studi Professionali (Ebipro) corre ai ripari e prepara i regolamenti per per aiutare, con 4 milioni di euro, i professionisti.

Per i lavoratori autonomi – collaboratori coordinati e continuativi, rappresentanti, lavoratori autonomi e professionisti – si dovrebbe prevedere un’indennità di 500 euro per un massimo di 3 mesi, parametrata all’effettivo periodo di sospensione dell’attività.

Servizi gratis per smart working e e-learning

Intanto, dopo il lancio dell‘iniziativa “Solidarietà digitale” del Ministero dell’innovazione – che faceva appello a soggetti privati e pubblici in possesso di soluzioni smart capaci di alleviare i problemi che le imprese e i cittadini stanno attualmente affrontando a causa del Coronavirus – è stato pubblicato un primo elenco di servizi digitali disponibili gratuitamente.

Si tratta di soluzioni che mirano a facilitare:

  • Il lavoro da remoto, attraverso connettività rapida e gratuita e l’utilizzo di piattaforme di smart working avanzate;
  • Lalettura gratuita di giornali e libri, senza dover uscire di casa per andare in edicola;
  • L’uso di piattaforme di e-learning per non restare indietro con i percorsi scolastici e di formazione

Le imprese interessate ad aderire all’iniziativa possono compilare un form online specificando i propri contatti e le caratteristiche del servizio gratuito che intendono offrire.

Turismo: chi può richiedere il rimborso dei viaggi cancellati

In attesa che venga pubblicato il nuovo decreto per le imprese e le famiglie, ricordiamo gli atti finora adottati dal Governo.

E’ stato pubblicato la scorsa settimana sulla Gazzetta Ufficiale il decreto-legge n. 9 del 2 marzo 2020 contenente le misure – varate dal Consiglio dei Ministri del 28 febbraio scorso – a sostegno di cittadini, imprese e lavoratori che stanno subendo danni a causa dell’emergenza Coronavirus, inclusi quelli al di fuori della zona rossa. Tra questa figura anche un pacchetto di misure ad hoc per il settore turistico, uno dei comparti finora maggiormente colpito finora dell’emergenza Coronavirus.

Tra le misure stabilite figura anzitutto la sospensione fino al 30 aprile del versamento dei contributi previdenziali e delle ritenute fiscali per le strutture ricettive, le agenzie di viaggio e i tour operator.

Intanto, si sa quali sono le persone che potranno ottenere un rimborso per i viaggi cancellati. Si tratta de:

  • Le persone messe in quarantena;
  • I soggetti residenti o domiciliati nelle aree oggetto di provvedimenti di divieto di allontanamento;
  • Le persone che avevano prenotato viaggi verso le zone rosse;
  • Le persone che avevano programmato viaggi per partecipare a concorsi pubblici, eventi culturali, sportivi, religiosi (etc.), che sono stati annullati, sospesi o rinviati dalle autorità competenti (in attuazione dei provvedimenti adottati ai sensi dell’articolo 3 del DL n. 6 del 23 febbraio 2020);
  • I soggetti che hanno acquistato in Italia viaggi verso paesi esteri che hanno impedito o vietato lo sbarco a causa dell’epidemia.

In tutti questi casi, per ottenere il rimborso bisognerà inviare al vettore del trasporto il titolo di viaggio (che è stato cancellato). Le persone che avevano programmato lo spostamento per partecipare a concorsi o agli altri eventi, dovranno allegare anche la documentazione che comprova la partecipazione a quelle manifestazioni. La richiesta dovrà essere inviata entro 30 giorni:

  • Dalla cessazione della quarantena, dalla conclusione del divieto di allentamento o dalla conclusione di efficacia dei provvedimenti sulle aree del contagio;
  • Dall’annullamento, sospensione o rinvio del corso o dell’evento, nel caso di viaggi cancellati per questi motivi;
  • Dalla data prevista per la partenza verso paesi che hanno vietato i viaggi dall’Italia.

Una volta ricevuta la richiesta, il vettore dovrà procedere al rimborso entro 15 giorni, anche tramite un voucher di pari importo da utilizzarsi entro un anno. Queste disposizioni valgono anche per i viaggi prenotati tramite agenzia.

Le misure per il settore agricolo

Sempre nelle scorse settimane, il Governo ha adottato anche misure a sostegno dell’agricoltura. In particolare il DL n. 9 del 2 marzo 2020 prevede la concessione di mutui a tasso zero e della durata non superiore a 15 anni, per l’estinzione dei debiti bancari in essere al 31 gennaio 2020, alle imprese agricole ubicate negli 11 comuni dell’allora zona rossa.

Per la concessione di tali mutui, è stata decisa l’istituzione di un Fondo rotativo che, per il

2020, avrà una dotazione di 10 milioni di euro.

I criteri e le modalità di concessione dei mutui saranno definiti con un successivo decreto del Ministero dell’agricoltura, che dovrà essere adottato entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del DL 9 del 2 marzo 2020.

Il Governo rende chiaro, inoltre, che è illegale per gli acquirenti subordinare l’acquisto di prodotti agroalimentari dai fornitori, a certificazioni non obbligatorie riferite al COVID-19 (né indicate in accordi di fornitura per la consegna dei prodotti su base regolare antecedenti agli accordi stessi).

In caso di contravvenzione, la sanzione oscilla tra i 15mila e i 60mila euro.

Decreto del 2 marzo 2020: stop a tasse, aumento degli ammortizzatori sociali e Fondo di garanzia per la “zona rossa”

Il decreto-legge n. 9 del 2 marzo 2020 introduce, inoltre, tutta una serie di ulteriori misure per supportare il sistema produttivo, non solo delle aree direttamente interessate dall’emergenza sanitaria COVID-19.

Il Decreto faceva anche differenza tra gli 11 comuni della zona rossa e il resto del Paese che, con la decisione di ieri 9 marzo, è venuta meno.

In attesa del nuovo decreto che indicherà le misure a sostegno delle imprese e delle famiglie, ricordiamo che il DL del 2 marzo 2020 aveva previsto per imprese e cittadini residenti negli 11 comuni della “zona rossa”:

  • La sospensione dei versamenti in scadenza tra il 23 febbraio e il 30 aprile 2020, relativi a: cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione; avvisi di addebito emessi dagli enti previdenziali ed assicurativi; atti di accertamento esecutivi emessi dall’Agenzia delle dogane; atti di accertamento esecutivi emessi dagli enti locali sia per le entrate tributarie che per quelle patrimoniali; “rottamazione-ter”; “saldo e stralcio”. La scadenza di tali versamenti è prorogata al 31 maggio 2020;
  • La sospensione del pagamento delle bollette di acqua, gas ed energia elettrica, fino al 30 aprile, con la previsione dell’eventuale rateizzazione delle bollette una volta terminato il periodo di sospensione;
  • La sospensione del versamento dei ratei dei mutui agevolati concessi da Invitalia alle imprese, per 12 mesi;
  • La sospensione del pagamento dei diritti camerali;
  • Cassa integrazione ordinaria per le unità produttive operanti negli 11 comuni dell’emergenza e per i lavoratori che vi sono domiciliati. Il ricorso alla cassa integrazione è esteso anche ai datori di lavoro iscritti al Fondo di integrazione salariale (FIS). Con la pubblicazione del DL in Gazzetta, le risorse disponibili per il 2020 sono 5,8 milioni nel primo caso e 4,4 milioni per il FIS. In entrambi i casi, la domanda va presentata entro la fine del quarto mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensioneo di riduzione dell’attività lavorativa (che in ogni caso non può essere superiore a tre mesi). La cassa integrazione si applicherà solo ai lavoratori che sono alle dipendenze dei datori di lavoro richiedenti la prestazione alla data del 23 febbraio 2020;
  • Le imprese che avevano attivato la Cassa integrazione straordinariaprima dell’emergenza Coronavirus, adesso possono sospenderla e sostituirla con la Cassa integrazione ordinaria. Grazie alla pubblicazione del testo, ora si sa che la capienza massima del fondo a disposizione è di 900 mila euro per il 2020. Una volta raggiunta, l’Inps non prenderà in considerazione ulteriori richieste;
  • Cassa integrazione in deroga per i datori di lavoro del settore privato(incluso quello agricolo) con unità produttive operanti nella zona rossa e per i lavoratori ivi domiciliati, che non possano beneficiare dei vigenti strumenti di sostegno al reddito, per la durata della sospensione del rapporto di lavoro e comunque per un periodo massimo di tre mesi. Anche in questo caso con la pubblicazione del DL si rende noto l’importo complessivo delle risorse che per il 2020 che è pari a 7,3 milioni di euro;
  • Indennità di 500 euro al mese, per un massimo di tre mesi,per i lavoratori CO.CO.CO, per gli agenti commerciali, per i professionisti e per i lavoratori autonomi (compresi i titolari di attività di impresa iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria) domiciliati o che svolgono la propria attività nei comuni della zona rossa, parametrata all’effettiva durata della sospensione dell’attività. L’indennità non concorre alla formazione del reddito. Per questo tipo di sostegno il Governo ha stanziato 5,8 milioni. Per accedere alla misura, le domande andranno presentate alle Regioni che le lavoreranno in ordine cronologico, fino al raggiungimento dei 5,8 milioni.

Il DL conteneva anche ulteriori misure a sostegno di tutte le imprese e i lavoratori che risentono, anche in maniera indiretta, delle conseguenze negative del Coronavirus, tra cui:

  • Il rafforzamento dell’intervento del Fondo di garanzia per le PMI, che viene potenziato fino a 750 milioni di euro. La misura prevede, inoltre, che sarà data priorità automatica di accesso alle imprese della zona rossa, riconoscendo il massimo della garanzia concedibile (80%) e prevedendo la gratuità degli oneri della pratica. Come detto, la misura si applicherà anche alle PMI ubicate in aree limitrofe alla zona rossa o a quelle appartenenti ad una filiera produttiva particolarmente colpita dall’emergenza;
  • La sospensione del pagamento dei ratei dei mutui per immobili residenziali per i lavoratori che subiscano la sospensione dal lavoroo la riduzione dell’orario di lavoro per un periodo di almeno 30 giorni. Il Decreto specifica che la misura si applica solo per la prima casa;
  • La proroga fino al 15 febbraio 2021 dell’entrata in vigore delle procedure di allerta stabilite dal Codice delle crisi d’impresa per tutte le PMI.

Il Decreto, inoltre, prevedeva anche la proroga dei termini per la comunicazione dei dati necessari alla predisposizione della dichiarazione dei redditi pre-compilata. In questo modo, i professionisti e gli operatori economici – ovunque ubicati sul territorio nazionale – avranno più tempo per la raccolta e la trasmissione dei dati da inserire in dichiarazione.

Le misure a sostegno dell’export per le imprese colpite dal Coronavirus

Un capitolo a sé stante è rappresentato dalle misure a sostegno delle imprese esportatrici, colpite dall’emergenza Coronavirus.

Oltre a quanto stabilito dal DL n. 9 del 2 marzo 2020, che prevede l’aumento di 350 milioni di euro dei fondi destinati al sostegno delle imprese che esportano, si aggiungono anche una serie di interventi varati da Simest.

Il Comitato Agevolazioni istituito presso Simest, infatti, ha deliberato alcune misure in favore delle aziende italiane beneficiarie dei finanziamenti agevolati per l’internazionalizzazione che sono state colpite dall’emergenza. In particolare:

  • La moratoria di 6 mesi relativa ai termini per la presentazione di documentazione e rendicontazione per le iniziative di internazionalizzazione verso la Cina e altri Paesi che sono state rinviate. Parallelamente, verranno posticipati di 6 mesi i periodi di pre-ammortamento e ammortamento del prestito concesso;
  • L’eliminazione della maggiorazione del 2% – prevista per le revoche – per la parte di rimborso del finanziamento delle spese non effettuate, nel caso di iniziative che sono state invece cancellate.

Smart working più semplice in tutta Italia

Dopo l’estensione della possibilità di applicare lo smart working, anche in assenza di accordo individuale, alle 6 regioni maggiormente colpite dall’emergenza Coronavirus (stabilita con il Dpcm del 25 febbraio 2020), il Governo ha stabilito ora di estendere questa possibilità a tutto il territorio nazionale.

La decisione è stata adottata con il Dpcm del 1° marzo 2020 che ha, appunto, previsto la possibilità che la modalità di “lavoro agile” sia applicata, per la durata dello stato di emergenza, dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato, anche in assenza degli accordi individuali previsti.

Come già stabilito nei precedenti Dpcm, anche in questo gli obblighi di informativa “sono resi in via telematica ricorrendo alla documentazione resa disponibile sul sito dell’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro”.

Lo smart working è uno strumento introdotto dalla Legge 81/2017 e che, finora, è stato poco usato dalle aziende italiane. Per quelle imprese e per quelle attività compatibili con il lavoro a distanza, invece, lo smart working rappresenta una tipologia di lavoro agevole che garantisce a lavoratori e imprese di svolgere normalmente le proprie attività. Di conseguenza, con l’ampliarsi dell’emergenza Coronavirus, è stata tra le prime misure adottate dal Governo per venire incontro alle necessità delle imprese ed evitare un blocco delle attività.


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