Import Asia: i mercati chiave del vino

7 Marzo 2022 | Informazioni

Il vino ha sofferto anche in Asia l’anno scorso (calo delle vendite on-trade, ritardo delle spedizioni globali e cancellazione delle fiere a causa della pandemia) ma alcuni mercati hanno dimostrato capacità di recupero con cifre di crescita molto sostenute.

Il sito vino-joy ha preso in esame quattro mercati chiave – Hong Kong, Cina continentale, Giappone e Corea del Sud – per analizzare l’evoluzione delle vendite .

Corea del Sud

Tra i quattro mercati chiave asiatici la Corea del Sud è quella che ha ottenuto il tasso di crescita maggiore. Secondo la società di ricerca Wine Intelligence si starebbe addirittura “avvicinando agli Stati Uniti come il più attraente mercato globale del vino” dopo essere salita dall’ottavo al secondo posto nel 2020.

Nel 2021, il paese ha importato vini per un valore di 560 milioni di dollari, con un drastico aumento del 70% rispetto al 2020, secondo i dati del Korea Customs Service. Questa è la prima volta che l’importazione di vino della Corea del Sud ha superato il traguardo dei 500 milioni di dollari, secondo l’agenzia di stampa coreana Yonhap.

Il primo esportatore verso la Corea del Sud è la Francia, che ha venduto 162,6 milioni di dollari di vini, con un aumento del 94% rispetto al 2020. Gli Stati Uniti hanno registrato 90,67 milioni di dollari di esportazioni di vino con una crescita del 62%, seguiti dall’Italia con 90,46 milioni di dollari, che rappresentano l’86% di crescita anno su anno.

Una delle forze trainanti della crescita del vino in Corea è stato il forte consumo domestico del paese durante la pandemia. Trend particolarmente favorevole per il vino fermo: secondo i dati dell’IWSR il consumo di vino fermo in Corea del Sud è aumentato di quasi un quarto nel 2020, proseguendo un periodo di crescita dal 2016.

Un altro fattore chiave è stato l’allentamento da parte del governo delle misure riguardanti l’acquisto di alcolici online. A partire da aprile 2020 i consumatori hanno potuto ordinare liberamente bevande alcoliche da siti web o app mobili prima di ritirarle nei minimarket o nei ristoranti.

Giappone

Il Giappone ha una popolazione doppia rispetto alla Corea del Sud, il che si riverbera sui valori di importazione di vino. Il paese ha acquistato per 1,6 miliardi di dollari nel 2021, un aumento del 12% rispetto al 2020, secondo il Customs and Tariff Bureau. La Francia ha fatto la parte del leone nel mercato del vino, con un incremento del 21% rispetto al 2020.

L’Italia è stata il secondo maggior esportatore, con 191,24 milioni di dollari di vino nel 2021, una crescita del 14% rispetto al 2020. Il Cile è sceso al terzo posto con una riduzione del 18% su base annua, consegnando circa 139,06 milioni di dollari di vino l’anno scorso.

Il mercato giapponese del vino vede una prevalenza di consumatori over 55 anni che tendono ad essere meno sperimentali e più attenti al prezzo nella scelta dei vini. Ma il gruppo emergente di bevitori più giovani in Giappone è più disposto ad esplorare nuove categorie di vino.

Hong Kong

Hong Kong anche nel 2021 ha registrato una buona performance, con un balzo del 41% nelle importazioni di vino. Con solo 7,4 milioni di abitanti, meno del 10% della popolazione giapponese, Hong Kong ha importato 1,3 miliardi di dollari di vino l’anno scorso, solo 0,3 miliardi di dollari in meno del Giappone. La Francia ha continuato ad essere il primo esportatore verso Hong Kong con 834,81 milioni di dollari di vini spediti in città, un aumento del 34% rispetto al 2020, seguita dall’Australia con 244,28 milioni di dollari e dal Regno Unito con 108,85 milioni di dollari. In particolare, le importazioni dall’Australia sono aumentate del 131%, anche per il blocco delle vendite in Cina a causa dei forti dazi.

Tuttavia, le prolungate misure di distanziamento sociale da metà gennaio e un possibile nuovo lockdown potrebbero incidere sul mercato del vino nel 2022 e minare la posizione di Hong Kong come hub asiatico.

Cina

Anche se la Cina ha registrato un calo del 13,1% nel valore delle importazioni di vino, ha comunque acquistato 1,724 miliardi di dollari di vini, ed è il più grande tra tutti e quattro i mercati per valore.

Ovviamente il paese conta su un’enorme base di potenziali consumatori, ma il valore delle importazioni di vino dell’anno scorso è stato il più basso dal 2015, secondo i dati doganali. Una delle ragioni principali è stata la “politica Zero-Covid” del paese: il consumo di vino on-trade da ristoranti, bar e alberghi ha subito un duro colpo nel 2021. Regole di importazione più severe annunciate nell’aprile scorso e nuove tariffe hanno anche scoraggiato i piani degli esportatori. L’esempio più significativo sono state le tariffe antidumping del 218% imposte al vino australiano dallo scorso marzo, che hanno cancellato 1 miliardo di dollari australiani (726,5 milioni di dollari) di esportazioni di vino in Cina nel 2021, secondo quanto annunciato da Wine Australia.

La politica di incentivi ai consumatori cinesi per favorire i vini nazionali di alta qualità e l’aumento dello “status” del vino cinese potrebbe avere ulteriori effetti sul mercato, portando nuove sfide agli esportatori di vino.

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